NOI CONTRO QUESTA COSA SENZA NOME

giovedì 16 novembre 2017

...CIO' CHE MANCA...




Ci sono periodi in cui, nonostante il sorriso che hai affianco sia sempre confortante e ricco d'amore, qualcosa inevitabilmente ti manca. Lo senti, come se ci fosse un vuoto che non riesci a colmare e realizzi che probabilmente non lo colmerai mai e quindi devi imparare a conviverci. Come quando hai un puzzle, lo stai per finire, e non trovi l'ultimo pezzo. E quel posto rimane così, vuoto. 

Per me, in questo periodo, questo vuoto è creato dal silenzio alla domanda "Ciao Amore, come è andata oggi?!". 

Lo chiedo ogni giorno a Riccardo, appena saliamo in macchina, come se ogni giorno sperassi che il Signore mi conceda un miracolo e da quella bocca uscissero una serie di parole mai sentite. 
E il bello è che la aspetto eh, la risposta. E dopo 5 secondi di silenzio inizio a darla io..."Sono convinta che ti sei divertito, che hai giocato e che hai fatto delle belle attività! E magari la Emma ti ha pure dato un bacino e Emanuele si è arrabbiato per questo.", oppure "Forse hai colorato con il bianco, guarda che pantaloni sporchi che hai, ma sono convinta che ti è piaciuto!". 

Ecco, me le creo io le risposte. Mi disegno una scenetta in testa, e cerco di convincermi che è andata proprio così. 
Ma in realtà non lo so e non lo saprò mai ciò che è successo nella sua giornata. 

Non so se questa mattina ha fatto i capricci, se ha sorriso ad una bambina in particolare, se ha colorato con il colore giallo o con quello verde. Non so se si è comportato male con un compagno, se ha escluso qualcuno, se ha dato un pugno per difesa o per attacco. Non so se si è arrabbiato perché la maestra lo ha rimproverato e non posso dirgli che in quel momento la maestra aveva tutte le ragioni per rimproverarlo, perché se lo ha fatto vuol dire che ne aveva bisogno. Non so se è uscito in giardino, o se è rimasto in classe. Non so se è stato disponibile o se si è fatto un'ora davanti al muro del pianto. Non so quali sono i compagni con cui gioca più spesso, quelli che magari assolutamente non devono mancare al suo compleanno.  

E non sapendo tutto questo, non posso dargli dei consigli.
"Amore, se Pietro si è arrabbiato forse è stata anche un po' colpa tua. Dovresti essere più gentile e dargli la mano per fare la pace". 
"Che bello che avete colorato con i colori a cera. Adesso ci fermiamo e ne prendiamo un pò così lo possiamo fare a casa insieme!".
"Beh, se ti sono piaciute così tanto le foglie adesso ci fermiamo a fare una passeggiata e ne portiamo a casa di tutti i colori!". 
"Hai mangiato i broccoli?! Oh beh, allora ci fermiamo subito al supermercato e ne compro una cassetta intera!!". 

Ecco, questo, adesso, mi manca. 
Tanto. 
Far parte della sua vita, mettere tutta me stessa per fare del mio meglio, essendo consapevole che non potrò mai entrare del tutto nella sua vita perché non riesce a spiegarmi ciò che fa, ciò che gli piace e ciò che non gli piace, come si comporta e come non si deve comportare. 
E forse, ciò che mi fa più paura, è iniziare a realizzare che probabilmente sarà così per sempre. 

Un compagno che lo aiuta, uno che lo prende in giro. Una maestra che lo rimprovera per la sua lentezza, una che si siede vicino a lui e lo sostiene. Una caduta in un marciapiede, una canzone per Natale, una poesia per la festa della mamma, e una anche per la festa del Papà. 
Dovrò imparare a immaginarmele, sperando che la realtà di avvicini il più possibile alla mia immaginazione.