NOI CONTRO QUESTA COSA SENZA NOME

venerdì 6 aprile 2018

2 APRILE....ANCHE OGGI!



C'e questa usanza, da un po di anni a questa parte, di creare dei giorni in cui si sente di più in qualcosa. Ci si sente di più donne, mamme, nonni, innamorati, papà...ci si sente persino più autistici, malati di malattie rare, e quant'altro. 

Ecco, queste giornate non mi sono mai piaciute particolarmente, ma mi rendo conto che, alla fine, ci casco ogni volta, come la massa intera. 

Per cui a San Valentino faccio trovare due baci Perugina sul piatto a mio marito, per la festa della Mamma mi sento più Mamma e faccio un piccolo pensiero a mia Mamma, per la festa del Papà preparo un lavoretto per Francesco e logicamente faccio gli auguri a mio Papà, e così via. 
E ogni anno me lo ripeto eh. 
Ogni anno mi dico, come tutti, che queste attenzioni dovrebbero esserci tutto l'anno. E alla fine, rimango sempre delusa, sia dalle aspettative su me stessa, sia da quelle che ripongo sugli altri. 

Per di più, quando arriva il 2 aprile, faccio sempre un passo indietro, e invece di cambiare la mia immagine del profilo con quelle create ad hoc per questa giornata, mi metto a pensare. 
L'argomento mi tocca da vicino, anche se Riccardo non rientra nello spettro autistico. Alla fine, un nome vale l'altro dal momento in cui ti ritrovi nel pianeta "Disabilità". Ci sei dentro, e la maggior parte delle volte non ne puoi nemmeno uscire. 
Per cui, dicevo, quando arriva il 2 aprile, in cui tantissime persone scrivono belle frasi, con tanti bei propositi, articoli su articoli per essere condivisi..beh, mi chiedo se queste persone, nella realtà, passano davvero del tempo nel nostro pianeta, o se la loro vicinanza è solo di facciata. 

Ecco. La risposta, la maggior parte delle volte, la trovo negli sguardi dei genitori che incrocio ogni giorno. E forse a volte anche nel mio sguardo, davanti allo specchio. Genitori un po' stanchi, a tratti arrabbiati, forse anche un po' delusi da ciò che la Vita ha riservato loro. Genitori che vorrebbero dar voce a tutti i loro pensieri, ma che in realtà non sanno a chi urlarli perché si rendono conto che nel nostro pianeta, alla fine, o ci si vive o non si capisce e quindi evitano di parlarne per togliere il mondo da quell'imbarazzo che di solito si crea. E questo, proprio questo, è quello che forse fa più male. 
Parlare, senza poterlo fare fino in fondo. 
Volersi sfogare, senza poter dire a voce alta "io questa vita non la voglio" senza essere giudicati. 
Piangere, senza essere compatiti. 
Stare in silenzio, senza dover per forza dare preoccupazioni. 

E allora penso che è fin troppo semplice cambiare la propria immagine del profilo per un paio di giorni, per dire al mondo che "si, io so che oggi la giornata è dedicata a questo, vedete che le cose importanti me le ricordo", e poi magari guardare male il genitore seduto a tavola che cerca di tranquillizzare il proprio figlio nel pieno di una crisi, pensando a quanta maleducazione c'è a questo mondo. 
Detto questo, sicuramente tra le persone che hanno dedicato qualche parola a questa giornata, ci sono anche quelle che il 2 aprile lo sentono dentro al loro cuore, ogni giorno. Ed è grazie a loro che, probabilmente, i genitori si sentono meno soli.