NOI CONTRO QUESTA COSA SENZA NOME

giovedì 29 giugno 2017

L'INCENDIO


Nella foresta scoppiò un terribile incendio. Le fiamme divoravano sterpaglie e alberi con voracità inarrestabile. 
Tutti gli animali si lanciarono in una fuga disperata, come un fiume disordinato e urlante davanti alle fiamme. 
Solo un colibrì volava in senso contrario con una goccia d'acqua nel becco. 
"Cosa credi di fare?", gli chiese il leone. 
"Vado a spegnere l'incendio!", rispose il piccolo volatile. 
"Con una goccia d'acqua...?!"
"Io faccio la mia parte!", rispose il colibrì.

La nave urtò improvvisamente gli scogli e la fiancata si squarciò. L'allarme fu dato in ritardo, ma la maggioranza dei passeggeri corse verso le scialuppe di salvataggio.
Solo due passeggeri rimanevano inchiodati nella loro cabina. Si chiamavano "Non-posso-farcela" e "Chi-me-lo-fa-fare".
Colarono a picco con la nave. 

Un giorno mi è arrivato un messaggio con la foto di queste due fiabe, tratta da un libretto. Nel messaggio c'era scritto che, leggendo la storiella del colibrì, le sono venuta in mente io, sottolineando che, ovviamente, ero il colibrì!

Mi sono emozionata, per due motivi. 

Il primo sta sicuramente nel fatto che è bellissimo ricevere una considerazione di questo tipo, perché vuol dire che dall'esterno si è capito fin troppo bene gli obiettivi che sto cercando di raggiungere e il modo che sto cercando di utilizzare per raggiungerli. E' bello che mi si riveda nella semplicità di un colibrì, che, con una goccia nel becco, cerca di spegnere l'incendio! E' pura soddisfazione. 

Il secondo motivo sta nel fatto che quel libretto, da cui è stata scattata quella foto, lo conosco fin troppo bene. Fa parte di una collana bellissima, talmente bella che abbiamo deciso di utilizzarla per le bomboniere del nostro matrimonio. Si chiama "Collana Piccole Storie per l'Anima", di Bruno Ferrero. Ogni libretto contiene delle storie semplici e veloci che trasmettono dei messaggi importanti e profondi.
Mi piaceva da morire il fatto che i nostri amici e parenti se ne andassero a casa con dei messaggi positivi, delle riflessioni semplici ma profonde, e che ripensassero a noi quando lo avrebbero ripreso in mano. Tornassi indietro rifarei esattamente la stessa identica scelta!

E così, oggi, ripensandoci, forse ho capito che Riccardo, dall'alto della sua nuvoletta e amica Genoveffa, aveva già fatto di me una goccia ancora prima di venire al mondo, solo che io che non me ne rendevo minimamente conto. 
Mi usava già, per condividere sorrisi, riflessioni e Amore, per preparare me stessa e le persone a noi vicine al suo arrivo. 
Ecco cosa vedo io in questi libretti, che tutti gli invitati si sono portati a casa quel bellissimo giorno. 
Un "Attenti che sto arrivando. Ci sarà un incendio quando arriverò, e anche bello grosso. Ma se tutti voi mettete in bocca una piccola goccia, vedrete che aiuterete Mamma e Papà a spegnerlo quell'incendio, e sarà tutto più bello! E vi dico anche di più. Se tutti voi leggete attentamente le parole di questi libretti e provate a metterle in pratica, forse, l'incendio si spegnerà prima del previsto e Mamma e Papà potranno essere più felici da subito. E' tutto nelle vostre mani. All'occhio, che vi osservo!"



mercoledì 28 giugno 2017

..PENSIERI...AI GENITORI DEL PICCOLO CHARLIE..



"All'ospedale di Londra hanno fatto sapere che la decisione dei giudici europei 'segna la fine di un processo molto difficile' e che ora la priorità è 'fornire ai genitori di Charlie ogni possibile sostegno nel momento in cui ci si prepara per i prossimi passi'. un portavoce ha precisato che 'non ci sarà alcuna fretta nel cambiare le cure di Charlie e ci saranno attente pianificazioni e discussioni'. Ma appare molto probabile che già nei prossimi giorni i medici decidano di staccare la spina.", questo ho letto quella mattina. 

Partiamo dall'inizio. Non mi sono volutamente informata su tutta la questione. Non perché non mi interessasse, ma perché è una cosa talmente delicata che faccio fatica a capire da che parte voglio mettermi. Per cui mi astengo dal giudicare qualsiasi decisione o possibilità in merito. 

Ma io penso a loro. A quei genitori. A quello per cui stanno lottando e alle lacrime che stanno versando. E quando leggo che "la priorità è fornire ai genitori di Charlie ogni possibile sostegno" mi sale il sangue al cervello.  

Chi pensa di sapere qual è il sostegno di cui loro hanno bisogno? 
Chi potrà mai capire il loro dolore fino in fondo, così da poterli aiutare? 
Tutti quei medici con fior fiore di lauree, se non hanno capito che l'unica volontà di quei genitori era quella di fare di tutto per poter stringere la mano al loro piccolo ancora per un po' con la speranza magari di salvarlo, raccogliendo fondi e essendo disponibili a spostarsi dall'altra parte del mondo per provarci, come possono capire che sostegno dargli?
Quei giudici, che hanno deciso per la vita di un bimbo a cui non hanno mai fatto una carezza, come possono permettersi di andare contro all'Amore di quella Mamma e di quel Papà che non hanno mai smesso di accarezzarlo?

Ecco. Penso ci sia un tempo per tutto. 
C'è un tempo per rimanere incinta e mettere al mondo un figlio apparentemente sano. 
C'è un tempo per rendersi conto che quel figlio non è poi così sano.
C'è un tempo per provarle tutte, perché tu, da genitore, non puoi fare altrimenti. Tu, Mamma o Papà di quel figlio non poi così sano, hai bisogno di sapere che, prima di staccare una spina, hai provato a fare tutto il possibile per salvarlo, perché il tempo per stringergli la mano e cantargli una canzoncina, quando avrai staccato la spina, non ci sarà più.
C'è poi un tempo in cui ti renderai conto che sarà giusto lasciarlo andare, consapevole che hai lottato fino all'ultimo e che lui, sicuramente, lo avrà capito. E solo in quel momento, avrai il tempo per vivere più serenamente il temporale che ti ha assalito improvvisamente. 

E questo tempo non lo può decidere qualcun altro per te. Perché si tratta della tua vita, del tuo tempo, e nessuno, mai nessuno, dovrebbe appropriarsene. 

Ecco perché provo rabbia per la decisione presa. 
Non perché ritengo che il piccolo Charlie debba vivere a tutti i costi, ma perché i suoi genitori non sono pronti per questa decisione. E sarà un male che nemmeno il migliore degli psicologi, con mille lauree e tanta volontà di offrirgli ogni possibile sostegno, riuscirà mai a sanare. 

sabato 17 giugno 2017

FAMIGLIA E’…


Famiglia è un “sì, lo voglio” ripetuto ogni giorno, consapevole che dipende da una tua scelta e non da un sentimento che con il tempo può cambiare. È una promessa, che riscopri quotidianamente, tramite un bacio, un abbraccio, una piccola sorpresa.

Famiglia è guardare i propri figli e pensare che non avresti potuto mettere al mondo creature più belle e più perfette di loro, con tutte le piccole o grandi imperfezioni che li caratterizzano. È sapere che, nonostante le fatiche e le corse di ogni giorno, non potresti vivere diversamente, perché sono proprio quelle corse e quelle fatiche che ti fanno capire che Famiglia è Amore.

Famiglia è discutere per chi deve fare la lavastoviglie, per chi dovrebbe portare fuori le immondizie, per il famoso “ecco, in questa casa tu non fai mai niente, vorrei proprio vedere cosa succederebbe se io me ne andassi!”. È fare poi la pace con un semplice sorriso, con una mano sul ginocchio, con una carezza, con un piccolo messaggio che dice “Ehi, guarda che io ti amo eh!”.

Famiglia è sognare insieme e impegnarsi perchè quei sogni non rimangano nel cassetto, ma allo stesso tempo non farne una malattia se non si possono realizzare.

Famiglia è una lettera per il compleanno, per Natale, per San Valentino, in cui dopo anni di vita insieme scrivi e riscrivi sempre le stesse cose ma vedi che chi le legge si commuove sempre come se fosse la prima volta che riceve dei pensieri così.

Famiglia è in un album fotografico, magari anche datato, che prende il tuo pensiero e ti riporta lì, in quegli attimi, anche se tu non c’eri, e respiri la serenità e i sorrisi che quelle foto portano con sé. È in un ricordo che non hai scritto da nessuna parte, ma che è lì, impresso nel tuo cuore e sai che non andrà mai via.

Famiglia è un Padre Nostro detto tenendosi stretti per la mano, mentre guardi l’altare circondato da bambini che ancora non lo recitano ma cercano di impegnarsi per capirne il significato. È dire “sia fatta la tua Volontà” con la convinzione che qualsiasi cosa succeda potrai trovare la forza per affrontarla perché c’è qualcuno che ti aiuta, sempre, in ogni posto in cui ti giri.

Famiglia è un abbraccio caloroso durante il segno della Pace, concesso anche a chi non conosci minimamente. È in un canto sentito proprio dentro al cuore…”E’ Amore, quello che, hai posto in me, o Signore. È una Luce, la tua Luce, che mi porta alla verità!”.

Famiglia è in un’Amica che, anche se vedi poco, sai che c’è, sempre e per sempre. È in una chiacchierata con Lei, in cui riesci a capire che il tuo cuore si apre completamente e il suo è già aperto per ascoltarti.

Famiglia è in una Nonna che ti guarda dolcemente e sai che, anche se non c’è più, lei è sempre là, in una nuvola grande con un prato fiorito, seduta su una seggiola di legno con una copertina colorata e un rosario in mano.

Famiglia è attorno a noi, sempre, anche se non ce ne rendiamo conto.

Dovremmo farci caso più spesso, per non continuare a sentirci eternamente soli in questo pazzo mondo frenetico, superficiale e troppo rumoroso.

(Articolo scritto e pubblicato per www.qualbuonvento.com)

venerdì 16 giugno 2017

...I MIEI GIORNI DI FERIE DAL RUOLO DI MOGLIE!



Lunedì mattina.
"Ok amore, allora io parto"
"Buona fiera, in bocca al lupo! Ci vediamo venerdì!"

Tra me e me penso a che figata di settimana mi aspetta! 
Sento già la libertà entrare da tutti i fori della casa...è qui che dice "Ecco...Chiara...hai cinque giorni in cui non devi cucinare per nessuno (tranne che per Riccardo, ma lui, se è buono o no, ancora non te lo dice!!), in cui puoi fare quello che vuoi alle ore che vuoi! Puoi mangiare chili di Nutella senza sentirti presa in giro, vivere di melone o di pomodoro e mozzarella, mangiare sul divano oppure non mangiare proprio, guardare quello che vuoi alla televisione!"...Si, decisamente!

Sono convinta che ogni tanto servano anche questi momenti, per assaporare un po' il tuo tempo e la tua vita. Per ritrovarti e renderti conto che, in ogni caso, questa settimana di ferie dal ruolo di moglie ci sta tutta, ma allo stesso tempo vuoi che rimanga solo ed esclusivamente una settimana di ferie, e basta. Come un po' i giorni di ferie dal ruolo di mamma, che ho provato solo poche volte finora! 

Ci sta tutta la giornata in cui ti perdi nel tuo silenzio, e sei contenta di non dover chiedere a nessuno "come è andata oggi?". 
Ci sta la leggerezza che provi nel non dover sempre pensare a qualcun altro, perché è inevitabile che la vita in famiglia sia un continuo "penso prima a loro, poi se mi rimane del tempo, penso anche a me!". 
Ci sta la consapevolezza che, comunque, l'attrice della tua vita sei sempre e comunque tu: Donna, diventata moglie e mamma, felice di esserlo, ma sempre e principalmente Donna.

Ci sta, poi, la voglia che tutto ritorni come prima perché comunque la tua quotidianità è sempre fatta di relazioni, e capisci che quel confronto giornaliero con tuo marito è importante e indispensabile. E lo capisci di più proprio quando manca. 

Ecco. 
Rompere la quotidianità, ogni tanto, rasserena l'anima, fa scivolare qualche incomprensione avvenuta nell'ultimo periodo, porta un po' di entusiasmo nuovo, dà la possibilità di scegliere di innamorarsi una seconda, una terza, una quarta volta, della persona con cui abbiamo deciso di condividere la vita! 

E così è venerdì. La settimana è decisamente volata. 
Da domani dovrò ricominciare a pensare a cosa preparare per pranzo e per cena, dovrò perdermi un pochino meno nei miei silenzi, dovrò contrattare sul film da guardare alla sera!
Che poi, a dirla tutta...passiamo tanto tempo a scegliere, leggere le trame, controllare gli attori, "no questo è troppo noioso, mettiamo un film d'azione che è più bello!"... e solo dopo dieci minuti, inevitabilmente, stiamo già dormendo entrambi, in posizioni talmente scomode che poi per alzarti dal divano e andare a letto ti sembra di avere 90 anni!!  

Ma una cosa è sicura. 
Aspetto con emozione l'abbraccio di mio marito questa sera, perché questo sì mi è mancato un sacco. 
Il suo stretto e forte abbraccio giornaliero! 
Ed è una cosa che quella libertà che ho provato in questi giorni, sicuramente, non mi darà mai. 😊

PS: comunque, settimana da sola con Riccardo da 10 e lode, o quasi!! 

lunedì 12 giugno 2017

...UNA MANO...



E niente. Oggi l'ho tenuto solo con una mano. 
Pochi secondi, ma ce l'abbiamo fatta. 

Mi sembra quasi impossibile poter mettere Riccardo per terra e non avere il terrore che si lanci indietro da un momento all'altro o che perda l'equilibrio. 

E' tutto nuovo, è una continua scoperta. 
Ora le sue gambe lo sostengono di più. 
Lo appoggio a terra con la convinzione che aspetta le mie mani sotto le sue spalle, appoggiandosi alle mie gambe con la schiena. 
Lo sostengo, e lui parte. Le mie mani piano piano si uniscono alle sue mani e me le stringe, forte forte, come per direi "Si Mamma, lasciami fare, ma non mollarmi mai".
Decide lui che strada fare, sceglie la sua direzione, e non è più necessario che trovi un maledetto modo per farmi capire dove vuole andare. E io non devo diventare matta per capirlo. E' una grande conquista, questa. Non potete immaginare quante discussioni scivoleranno via grazie a questa banale e semplice libertà. Poter scegliere dove andare. Essere libero
Arriva a destinazione, e mentre cammina è felice. 
Non si appoggia alle mie ginocchia perché l'ha capito da solo che finalmente quelle due gambe hanno iniziato ad ascoltare il suo cervello, o che il suo cervello ha finalmente dato l'input per far muovere come si deve quelle due gambe! 
Ha voglia di correre, il ragazzo. 
Ha voglia di calciare la palla, di abbassarsi per prenderla in mano e di tirarla il più lontano possibile per poi raggiungerla. 
Ha voglia di saltare sulle pozzanghere, dopo tutte le volte che lo ha visto fare da quella spudorata di Peppa Pig. E sono sicura che chiederà di farlo anche a me e Francesco visto che in quella Famiglia si divertono tutti così!

E' tutto nuovo, anche per lui, e si vede nei suoi occhi l'emozione di questo traguardo. 

E si racchiude tutto lì. 
In una mano. 
Una mano che, pian piano, scivolerà via con l'arrivo di nuove conquiste, ma che sarà sempre lì, pronta per tornare in scena ogni volta che ce ne sarà il bisogno. 
Una mano che dice "Piccolo mio, io ci sono, ma è giusto che tu impari a camminare da solo perché lì fuori è pieno di cose belle da scoprire". 
Una mano che da tempo spera di uscire di scena ma ora che si rende conto che probabilmente fra poco dovrà farlo sul serio...beh, sta già piangendo perché tutto questo gli mancherà. 
Una mano che imparerà ad aspettare il suo turno, perché sa, con estrema convinzione, che non potrà mai uscire definitivamente di scena. Perché lì fuori c'è sempre e comunque qualcuno da sostenere.