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sabato 5 agosto 2017

LE EMOZIONI DI PUGNOCHIUSO



Quando ero piccola passavo due settimane a Lignano, in un campo-scuola. Erano belle settimane, ci si divertiva, si facevano nuove amicizie, ci si innamorava circa due volte e si tornava a casa piangendo. 

Ecco, non ho più pianto per tornare a casa da una vacanza da allora. 
Finchè non siamo ripartiti da Pugnochiuso! 
Mi sembrava di essere tornata dodicenne, e mi sono pure vergognata un po'. Ma alla fine le emozioni è bello viverle, per cui mi sono goduta anche il mio pianto di rientro. 

E' un po' difficile spiegarvi cosa abbiamo provato a Pugnochiuso, ma ci provo.

Pugnochiuso è stata una scoperta, di quelle che ti fanno brillare gli occhi appena senti le voci cantare mentre i bambini e i ragazzi scendono in spiaggia accompagnati dai sorrisi degli operatori. E non sto qui a spiegarvi quanto bravi sono, questi operatori, perchè di gente brava in giro ce n'è tanta. Ma il motivo per cui i miei occhi si riempivano di lacrime ogni volta che li vedevo arrivare (e che cercavo sempre di trattenere dentro per non farmi vedere da nessuno) era racchiuso tutto nella prova che l'Amore, il loro Amore per ciò che facevano, era il vero cardine che faceva andare tutto per il verso giusto. Avevano gli occhi che sprizzavano di gioia, e tutti, tutti, se ne accorgevano. A fine giornata erano stanchi, lo si vedeva, ma ci salutavano sempre con un sorriso, dando un bacio al proprio bimbo/ragazzo Speciale con cui avevano passato la giornata.
   

Pugnochiuso è stata la consapevolezza che da sola non posso fare tutto, che è effettivamente tutto nelle nostre mani, ma che le nostre mani alla fine non sono sempre così indispensabili se trovi delle persone che donano Amore a Riccardo proprio come tu vorresti. E' stata una settimana in cui la parola che ci veniva ripetuta più spesso dai dottori e dagli operatori era "RILASSATEVI", e non potete immaginare quanto questa attenzione nei nostri confronti mi abbia commosso. 
Ho sempre pensato che, nelle situazioni come la nostra, si dia sempre e solo importanza al figlio disabile e i genitori vengono lasciati un po' a se stessi. E sono sempre stata convinta che, in realtà, l'aiuto maggiore, soprattutto all'inizio, debba essere dato ai genitori, di prassi. Se i gentiori non sono realmente presenti e lucidi, difficilmente si riuscirà ad ottenere miglioramenti sul figlio. Ecco. A Pugnochiuso, finalmente, abbiamo trovato le attenzioni che anche noi ci meritiamo. "Non è colpa vostra, non siete voi che sbagliate, avete bisogno di qualcuno che vi dia una mano perchè quel tipetto lì vi manda in esaurimento nervoso", sembrano cavolate. Eppure dovrebbero essere ripetute molto più spesso, dato che una delle domande principali che ci facciamo noi genitori di bimbi Speciali è proprio "Dove sto sbagliando?!". Mi sono sentita coccolata, con la sola frase "Voi pensate a rilassarvi, a Riccardo ci pensiamo noi!". Mi sono sentita capita, compresa, ascoltata. E non è cosa da tutti i giorni!

Pugnochiuso è stato luogo d'incontro con altre famiglie Speciali, in cui ci si capisce al volo, senza troppe spiegazioni, anche se non ci si conosce. Momenti in cui già alle prime parole riesci a parlare di aspetti così intimi che in altre situazioni non prenderesti neanche in considerazioni. Ti ritrovi a parlare delle fatiche di tutti i giorni, delle aspettative messe da parte, dei sogni che non si avvereranno mai, delle soddisfazioni che comunque prima o poi arrivano. Ti ritrovi a salutare e a sorridere a tutti, perchè si diventa un po' come una grande famiglia, e quindi in quella settimana i ragazzi diventano figli di tutti i genitori e i genitori diventano punto di riferimento per tutti i ragazzi. 

Pugnochiuso è stato tutto questo, e molto di più! Mi sono sentita libera e spensierata! E proprio come le mie vacanze di Lignano, anche Pugnochiuso ha portato divertimento, nuove amicizie e mi sono pure ri-innamorata...Sempre di Francesco eh, però è stato un bel re-innamoramento, una bella ri-scoperta, ne avevamo bisogno! 
Ecco, forse, perchè ho pianto salendo in macchina. Ho provato le stesse emozioni di quando avevo 12 anni, dopo circa 20 anni..e non è cosa da tutti i giorni!   







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