NOI CONTRO QUESTA COSA SENZA NOME

venerdì 15 dicembre 2017

QUELLE MAMME


Io le vedo. Le vedo tutti i giorni. 
Quelle Mamme. 
Quelle Mamme come me.

Quelle Mamme, che entrano ed escono dal centro di riabilitazione; una correndo dietro al figlio iperattivo, una spingendo la carrozzina perchè il figlio non può camminare, una che lo porta in braccio.

Quelle Mamme, che invece di passare la mattina libera dal parrucchiere, la devono passare in coda all'INPS perché, quando chiedi ciò che ti spetta, manca sempre qualche documento fondamentale per procedere con la pratica. E non ci passano solo quella mattina in coda all'INPS, no. Perché la settimana dopo devono andare dal pediatra a farsi fare un'impegnativa, o al centro di riabilitazione per farsi rilasciare un certificato, o al patronato per provare ad accelerare i tempi. Sempre per avere una cosa che ti spetta, sia chiaro, non per chiedere all'INPS il miracolo che tuo figlio si svegli da un momento all'altro sano. E poi devono anche rispondere alla domanda "Ma tu, dall'estetista, quando ci vai?".

Quelle Mamme, che negli articoli dei giornali vengono chiamate "Mamme coraggio", quasi a ricordare ogni volta che la loro è una situazione a-normale, come se non se lo ricordassero già da sole ogni giorno vivendola. Ma poi, coraggio per cosa? Personalmente non mi è mai piaciuta questa attribuzione. Come se per amare un figlio "imperfetto" ci volesse coraggio. No, non ci vuole coraggio, ci vuole solamente Amore, quello che d'altronde hanno tutte le altre mamme. 


Quelle Mamme, che sicuramente un tempo avevano gli occhi che brillavano (come ha scritto Francesco - diario di un padre fortunato - qui), sicure di realizzare tutti i loro sogni, perchè le donne sono sempre un po' così, ingenue, e poi arrabbiate perché li hanno dovuti mettere da parte, quei sogni. 
Quelle Mamme, rinchiuse dietro ad un filo spinato, in cui non possono fare tutto ciò che vorrebbero con i loro figli, ma sempre con le mani tagliate perché quel filo spinato cercano di superarlo ogni giorno, in ogni momento, con ogni forza ed energia. 


Le vedo, e cerco di incrociare i loro sguardi e di capire ciò che c'è dietro. 
Cerco di capire se anche in loro c'è paura, stanchezza, amarezza, rabbia verso una società che ti lascia da solo, che ti cataloga e ti lascia l'etichetta addosso a vita, che non ti aiuta ma ti aumenta gli ostacoli, sperando che tu non sia capace di superarli. 
Perché questo è ciò che pesa di più a me. 
Realizzare, ogni giorno, che in una società di tante parole, ci sono ancora troppo pochi fatti. 

2 commenti:

  1. Per caso ho cominciato a seguire la tua pagina è ancora più x caso l altro giorno vi ho incontrato a Conegliano..quel tenero sguardo ke ho incrociato mi era familiare ��, non potevo non salutarvi di persona!
    Grazie mille Chiara per tutte le tue parole, riflessioni che condividi con noi,ogni singola parola pare appartenermi, come se stessi raccontando di noi! Grazie di ❤ che così facendo non ci fai sentire sole ma che qualcun altro vive e capisce i nostri sforzi e impegni x dare il meglio ai nostri eroi!! Un abbraccio

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