NOI CONTRO QUESTA COSA SENZA NOME

lunedì 13 marzo 2017

QUANDO SIETE FELICI, FATECI CASO...



Nella mia vita, seppur ancora breve, ho fatto molto più caso ai momenti tristi che a quelli felici. 

Mi ricordo il periodo delle medie e delle superiori. Io e le mie amiche avevamo preso l'abitudine di scambiarci delle lettere, una cosa divertente tutto sommato, se volevamo passare velocemente le ore di matematica o di latino. 

Ci scrivevamo di tutto, da cavolate superficiali a pene d'amore che a quell'epoca sembravano portarti in una crisi esistenziale pazzesca per cui ti saresti volentieri buttata sotto un treno! Dico sul serio. Le pene d'amore, in quegli anni, per me, come per tutti gli adolescenti, sono state pugnalate al cuore continue! Che, se ci ripenso adesso, mi viene da sorridere! Bene, in quei momenti, anche se qualcosa di bello succedeva sempre, nelle mie lettere rimarcavo sempre i momenti tristi, come se bastasse uno di quelli per cancellare le dieci cose belle che mi erano successe.

E così, poi, ho continuato per un bel pezzo. 

Mi sono sempre seduta su un gradino a guardare la vita che scorreva, e mi ricordavo sempre di ciò che mi aveva fatto soffrire. 
Mi dimenticavo di quel ragazzino che mi faceva il filo corteggiandomi alla sua maniera, mi dimenticavo l'emozione che ho provato quando ho dato il primo bacio al compagno di scuola di cui pensavo di essere innamorata persa. Mi dimenticavo dei giorni in cui, invece di andare a scuola, prendevo il treno per andare a Venezia con una delle mie migliori amiche e mi intrufolavo tra un gruppo di studenti per entrare gratis alla mostra di Dalì. Mi dimenticavo di aver visto l'arcobaleno, all'improvviso, proprio mentre pioveva. Mi dimenticavo delle risate che ho fatto quando ho preso -9 in una verifica di biologia e della soddisfazione che ho provato quando ho preso 10 durante l'interrogazione fatta per rimediare a quel voto sotto zero. 
E invece, così non andava bene! Non potevo permettermi di dimenticare queste cose, perché erano quelle più divertenti che hanno contribuito a farmi diventare ciò che sono adesso.

Ed è da poco che, effettivamente, ho imparato a far caso di più ai momenti felici che a quelli tristi, e devo dire che si vive decisamente meglio. Le difficoltà sono all'ordine del giorno, ma è come se i miei occhi dessero meno peso a questi momenti, per dare più spazio ai sorrisi, alle risate, ai giochi, alle parole d'amore. 

Per cui, d'un tratto, ti accorgi che non ricordi nemmeno quando è stato l'ultimo momento triste, perché sei sicura che, anche quando c'è stato, sei riuscita a trasformarlo in un'opportunità per farlo diventare felice. E questo, ragazzi, è soddisfazione immensa. 

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