NOI CONTRO QUESTA COSA SENZA NOME

mercoledì 15 marzo 2017

....IL NOSTRO LIMBO E QUELLE "PUGNALATE"...

Succede sempre nello stesso modo, e ormai dovrei esserne consapevole. Eppure...

Fin da quando era piccolo, Riccardo veniva controllato dalla neuropsichiatra e dalla fisiatra solitamente ogni tre mesi, settimana più settimana meno. Si faceva il punto della situazione, ci si confrontava sul lavoro da fare, si valutavano miglioramenti e aspetti statici e ci si salutava con una stretta di mano e un sorriso con all'interno le parole "Forza, coraggio".


Più andavo avanti con questo sistema, più mi rendevo conto che queste visite mi destabilizzavano emotivamente. 
Sostanzialmente, questo accadeva perchè io avevo imparato a vivere nel nostro limbo, con le nostre conquiste e fatiche quotidiane; avevo fatto delle nostre giornate diverse da quelle del mondo intero, la nostra normalità; avevo imparato ad essere anche tutto sommato abbastanza serena, in questo mondo speciale che mi ero creata. 
E poi così, all'improvviso, in una visita, tornavo alla realtà e mi prendevo di quelle pugnalate che Dio solo sa quanto male mi facevano. E non è colpa dei dottori o delle terapiste eh, sia chiaro. Abbiamo sempre trovato delle persone meravigliose che hanno seguito e che seguono Riccardo con tanto Amore e tanta passione. La colpa, se di colpa vogliamo parlare, è sempre stata un po' mia perchè ho sempre scelto di lasciare da parte obiettivi, progetti, esercizi...E mi calavo talmente bene nella parte di Mamma di un bambino Speciale che ho  imparato a vedere quei suoi limiti solamente come delle opportunità. 
Impegnativo, certo. Molto faticoso, sicuramente. Ma era il mio mondo e in quello dovevo vivere, non lo potevo cambiare, non avevo scelta. Per cui avevo due possibilità: o continuare a vedere solo quei limiti, per cui alle visite sarei andata sempre molto preparata emotivamente, oppure facevo finta di non vederli e cercavo di essere ottimista e quindi alle visite mi sarebbero sempre arrivate le pugnalate che mi riportavano alla realtà. Ho scelto sempre la seconda possibilità e non me ne sono mai pentita. Certo, mi è costata due/tre giorni di pianti, ma tutto sommato passavano anche velocemente.

E così sto facendo anche adesso. 

Ed ecco, oggi c'è stata una bella pugnalata! Di quelle che hanno bisogno di una doccia calda di tre ore per fare in modo che venga buttato fuori tutto ciò che lasciano dentro. 

Sono stata riportata alla realtà. E si che io la conosco molto bene, la realtà. 
Ma, non so come spiegarvi...Noi siamo entrati in un meccanismo per cui la nostra realtà, che è diventata la nostra normalità, non sarà mai uguale alla vostra realtà. 
Per cui noi genitori parleremo sempre di una realtà diversa da quella dei terapisti. La nostra realtà è vista con gli occhi di Mamma e Papà, la loro con gli occhi di esperti che hanno degli obiettivi ben precisi e dei parametri su cui inserire nostro figlio. 
Per cui, sentire che nella mia realtà mio figlio potrebbe effettivamente non riuscire a formare altri suoni rispetto a quelli che sta facendo, visto che l'aspetto linguistico è quello che sta procedendo molto più lentamente rispetto a tutto il resto...è una gran bella pugnalata! Voi direte, ma da sola non ci arrivi? Certo, si, ci arrivo. Lo so che potrebbe non parlare, ma quando lo guardo e vedo quel suo sorriso non riesco neanche ad immaginare che potrei non sentire la sua bella voce per tutta la vita. 
La cosa pazzesca è che, comunque, mentre vivo la mia realtà, a questo non ci penso minimamente, e probabilmente non ci penserò nemmeno più dopo che avrò digerito questa pugnalata. Ma niente, oggi va così. Ci penso e non è una bella sensazione. 

Il resto tutto sommato è andato abbastanza bene...Tutti concordano sulla sua solarità e sulla sua affettuosità. Certo, dovremo iniziare ad adottare qualche strategia per l'aspetto comportamentale...Sta crescendo, non è più il bimbo piccolo, ma sta iniziando a farsi valere sotto tanti punti di vista ed è un po' peperino il ragazzo...Avrà preso da me, forse! Bisognerà lavorare ancora tanto dal punto di vista del movimento e della stabilità, ma ci sono continui miglioramenti per cui c'è da sperare bene! La fisiatra, comunque, alla fine mi ha detto che è fiduciosa e io le ho risposto, molto schiettamente, "Cara Dottoressa, Riccardo camminerà, e quando lo farà faremo una grande festa tutti insieme!".

Ora mi butto in doccia, butto fuori ciò che gira per la testa e mi do tempo due giorni per digerire le "pugnalate" e per ritornare nel nostro limbo, dove io riesco ad essere decisamente più serena!

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