NOI CONTRO QUESTA COSA SENZA NOME

lunedì 23 gennaio 2017

SOGNI TRA IL MARE


Ieri avevo voglia di vedere il mare. 

Avevo voglia di perdermi nell'infinito di quell'azzurro che non ha confini, che si perde con il cielo e diventa tutt'uno. Avevo voglia, per un giorno, di guardare davanti a me e non vedere limiti...un po' come se i miei sogni si potessero realizzare tutti, senza riserve, senza se e ma, senza forse. 
Avevo voglia di guardare un'altra me, di osservare un'altra vita, di sognare un po' quel viaggio in Italia che non siamo riusciti a fare (per chi non capisce, si legga "Volevo l'Italia ma sono sbarcata in Olanda..."). Avevo bisogno di perdermi, nel vero senso della parola, e di ritrovarmi allo stesso tempo. 


Per cui siamo scappati a Caorle. Caorle, piccolo paesino tutto colorato, con una bellissima passeggiata sul mare e una chiesetta che fa da meta... con un silenzio emozionante, nonostante la tanta gente presente. Ma forse, questo silenzio, te lo crei proprio tu, mentre cammini, assorta nei tuoi pensieri...in questi momenti non vedi nessuno, non senti nessuno. Ci sei tu, il mare, e i tuoi sogni. 

E quindi, ho sognato. Ho sognato di poter giocare a scappa e prendi con Riccardo, in quella bellissima passeggiata sul mare. Papà era dietro di noi, che rallentava i suoi passi, e Riccardo correva veloce, urlando e ridendo, dandomi la mano e dicendo "Dai mamma, che papà ci raggiunge". 
Ho sognato di sedermi negli scogli accanto al mio Pippo, mentre rispondevo alle sue domande..."Ma mamma, cosa fanno quelle barche in fondo?"..."Hai visto che piccole che sono?"..."Papà, da grande mi porti a pescare?"..."Ma quanti pesci ci sono qui sotto?". "Mamma, io mi farei volentieri un bagnetto!". 
Ho sognato di sedermi in una panchina. Lo guardavo correre come un matto nella sabbia e avvicinarsi a tutti i cagnolini, per accarezzarli, fargli due coccole e tirargli la coda. Il papà era seduto vicino a me, mi abbracciava e guardava con orgoglio suo figlio, felice. Ho sognato di entrare in chiesa, sedermi in una panca e recitare una piccola preghiera insieme...Abbiamo acceso una candela, con la richiesta chiara e tonda da parte di Riccardo di far arrivare una bella sorellina in famiglia. 
Ho sognato di arrivare a casa e fare un bel disegno della giornata..."Ma Riccardo, perché disegni gli squali se non li abbiamo visti?!"..."Cosa importa, mamma, c'erano, li ho immaginati sott'acqua!". Certo, discorso più che logico.

Ecco, ho sognato. Poi, ad un certo punto, mi sono svegliata e ho guardato Riccardo, fermo in quel passeggino che ormai è diventato troppo piccolo per lui, in tutti i sensi. Vedo nei suoi occhi la voglia di fare tutte le cose che ho sognato, e la frustrazione per non riuscirci. Vedo la sua curiosità, tutte le domande che vorrebbe fare, tutte le parole che vorrebbe dire, tutte le corse che ha in mente. Vedo la sua determinazione, la mia stanchezza, la speranza di mio marito. 
E tra le urla della giornata, vedo il suo sorriso, e mi rendo conto che quello che ce la sta davvero mettendo tutta contro questa cavolo di cosa senza nome è sempre e comunque lui. Tanto di cappello.  



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