NOI CONTRO QUESTA COSA SENZA NOME

giovedì 6 aprile 2017

...CIO' CHE POTEVA ESSERE...



Ogni tanto mi manca ciò che poteva essere. Anche se, in realtà, "ciò che poteva essere" non l'avevo mai vissuto, ma solo immaginato. E, a dir la verità, me lo ero immaginato molto diverso.

"Ciò che poteva essere" si trovava in una corsa in un prato, a rincorrere un acquilone. In una camminata sulla spiaggia, a piedi nudi. 

"Ciò che poteva essere" era anche nel sentire le prime parole di Riccardo, e nelle risate che si sarebbero potute fare quando si ascoltano i bambini parlare nel primo periodo. 
"Ciò che poteva essere" me lo immaginavo molto meno faticoso, con molti meno pianti, ma con gli stessi identici sorrisi. 
"Ciò che poteva essere" era in un pomeriggio al parco, con tutti gli altri bambini, seduta in una panchina vicino alle altre mamme a chiacchierare mentre i nostri piccoli si rincorrevano ridendo. Era in una passeggiata in centro, senza fare troppi capricci, camminando mano nella mano; in un "fermati Riccardo, che ci sono le macchine! Non correre!". 
"Ciò che poteva essere" si trovava in un giro in bicicletta a contare quanti cani si sarebbero trovati per strada. O in una giornata di pioggia chiusi in casa a fare disegni per il papà, per le maestre, per i nonni, e per tutte le persone che ci venivano in mente. 

"Ciò che poteva essere" non è decisamente ciò che è. E si, ogni tanto sento la mancanza di questo cambio improvviso che mi è capitato da quando ho partorito. 

Ci sono volte che guardo Riccardo, e gli chiedo curiosa, tra me e me..."Ma tu, come saresti potuto essere, senza tutti questi ostacoli che la vita ti ha riservato?". E, sinceramente, guardandolo negli occhi, mi rendo conto che mi sta dicendo "Mamma, io non sarei potuto essere nessuno senza tutti questi ostacoli che la vita mi ha riservato". Ed è vero. Se guardo Riccardo, mi rendo conto che non riuscirei ad immaginarlo diverso da come è. Proprio non ci riesco. Non riesco ad immaginare il momento in cui avrebbe potuto iniziare a camminare come tutti, o a parlare come tutti. E' più forte di me. Lui è così, punto. Senza se e senza ma. 

E sorrido, quando penso al momento in cui potrebbe arrivare una sorellina. Mi sentirò strana, all'interno della così tanto acclamata normalità. Sarà tutto nuovo, sperando sempre che vada tutto bene. Sarà per me come diventare mamma per la prima volta una seconda volta. E sono sicura che pochi possono avere questo privilegio. 

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